
Uno dei viaggi più belli di sempre, benvenuti a Douz, la porta del Sahara - ricominciodailibri.it
Douz è molto più di una tappa nel Sahara: tra mercati, cultura nomade e avventure sulle dune, ecco perché è una delle mete più autentiche del sud della Tunisia.
A 500 chilometri a sud di Tunisi si trova Douz, oasi circondata da palmeti e piantagioni di datteri che rappresenta la soglia del deserto più famoso al mondo. Chiamata da secoli la “porta del Sahara”, questa città conserva il carattere autentico delle culture nomadi, mescolando riti antichi a una vita quotidiana che si adatta al clima estremo.
Il fascino di Douz non risiede solo nel paesaggio, ma nelle persone che lo abitano, nei gesti, nei mercati affollati, nelle case in fango e nei racconti tramandati attorno al fuoco. Per chi arriva da nord, è come entrare in un mondo parallelo, dove il tempo scorre con regole diverse e ogni granello di sabbia sembra contenere una storia.
Tradizioni nomadi e vita nel deserto: la cultura dei Mrazig
La vita a Douz ruota attorno all’identità dei Mrazig, popolazione di origine araba insediata nell’area fin dal XIII secolo. La loro cultura, profondamente legata al Sahara, è visibile nei ritmi lenti, nell’allevamento dei cammelli e nell’uso sapiente delle risorse minime che il deserto concede. Chi attraversa la città può osservare le case in adobe, costruite con criteri funzionali per isolare dal caldo, e i cortili interni dove si raccolgono le famiglie durante le ore più afose.

I Mrazig si distinguono per la loro ospitalità disarmante e per un legame profondo con il territorio. Molti di loro conservano ancora abitudini semi-nomadi, portando avanti attività tradizionali che resistono alla modernità. Le danze, le musiche, i racconti intonati di sera davanti a un fuoco crepitante sono frammenti di una cultura che continua a vivere grazie alla trasmissione orale. Chi visita Douz può osservare da vicino questo equilibrio fragile tra sopravvivenza e orgoglio, tra isolamento e apertura. Un’identità che non si trova nelle brochure turistiche, ma nei gesti quotidiani e nei silenzi del deserto.
Mercati, datteri e dune: cosa fare a Douz per scoprire il Sahara
Oltre al fascino culturale, Douz offre esperienze concrete e sensoriali che raccontano il legame tra città e deserto. Il mercato tradizionale è il primo punto da esplorare: qui si trovano varietà rare di datteri locali, tappeti berberi annodati a mano, spezie pungenti e piccoli oggetti realizzati con tecniche antiche.
La giornata prosegue sulle dune, a dorso di cammello o con un’escursione in 4×4. Le guide locali, esperte del territorio, accompagnano i visitatori in percorsi tra sabbia e cielo, dove la luce cambia ogni ora e il paesaggio si trasforma senza fine.
Di notte, Douz regala il suo spettacolo più silenzioso: il cielo del Sahara, carico di stelle e privo di interferenze artificiali.
Tra le attività più intense c’è anche la partecipazione al Festival del Sahara, evento che celebra la vita nomade con corse di cammelli, danze tradizionali e gare poetiche. È il momento in cui l’intera comunità si raccoglie per riaffermare la propria identità.
Chi arriva a Douz nei mesi giusti – tra ottobre e aprile – può affrontare il clima secco e caldo con maggiore facilità. Basta scegliere abiti larghi, proteggere la pelle dal sole e affidarsi alle guide locali, custodi di un sapere che si muove sulla sabbia e non sui manuali.
In un’epoca in cui tutto è iperconnesso e accessibile, Douz rimane una parentesi sospesa, dove la memoria ha ancora il sapore del vento e l’orizzonte non è mai uguale a se stesso.