
Il risparmio dei biglietti aerei dipende anche dall'aeroporto - ricominciodailibri
Partire da scali minori può far risparmiare decine di euro, ma non basta bisogna prendere in considerazione diversi fattori.
L’estate è ormai alle spalle e con essa anche le vacanze per la maggior parte delle persone. Tuttavia, chiunque abbia prenotato un volo negli ultimi mesi si sarà accorto di una cosa: i prezzi dei biglietti sono aumentati e trovare un affare non è più così semplice come un tempo. Le compagnie aeree low cost continuano a proporre tariffe convenienti, ma spesso dietro le offerte si nascondono condizioni particolari di cui è bene essere consapevoli. Per chi viaggia spesso, risparmiare non è solo un desiderio: è una vera e propria strategia di sopravvivenza.
In questi giorni si è parlato molto della differenza di prezzo tra il viaggio in treno e il viaggio in aereo. Quest’ultimo mezzo di trasporto continua ad essere il più conveniente anche se non sempre basta confrontare le tariffe online per ottenere il prezzo più basso. A fare la differenza può essere un dettaglio che molti trascurano: l’aeroporto di partenza o di arrivo. Alcuni scali sono centrali e conosciutissimi, altri più piccoli e decentrati, eppure è proprio da questi ultimi che a volte partono i biglietti più economici.
Ma conviene davvero partire da un aeroporto secondario per risparmiare? Ovviamente ci sono i pro e i contro che bisogna prendere in considerazione.
I voli low cost e gli aeroporti secondari
Le compagnie low cost hanno costruito il loro successo puntando proprio sugli aeroporti secondari. Un esempio lampante è Ryanair, che collega gran parte d’Europa da scali più piccoli e meno affollati, permettendo così di contenere i prezzi. Negli Stati Uniti, compagnie come Allegiant Air hanno seguito lo stesso modello.

Il vantaggio risiede nel fatto che ci sono meno costi di gestione per la compagnia e questo si traduce in biglietti più economici per i viaggiatori. Inoltre, in questi scali i controlli sono spesso più rapidi e l’esperienza è più snella. Lo svantaggio, però, è che molti aeroporti secondari si trovano lontano dai centri città: pensiamo a Beauvais per Parigi (80 km dal centro) o a Luton per Londra (45 km). Il risparmio sul volo potrebbe quindi essere compensato da taxi o navette costose. I grandi aeroporti, come Fiumicino a Roma, Heathrow a Londra o Charles de Gaulle a Parigi, offrono collegamenti capillari, numerose destinazioni e partenze a ogni ora del giorno. Sono ben connessi con i centri urbani tramite treni veloci o metro dedicate, e garantiscono maggiore flessibilità in caso di cancellazioni o ritardi, grazie al numero elevato di voli disponibili.
D’altro canto, però, i costi sono più alti: sia per i biglietti aerei, sia per i servizi interni come parcheggi o ristoranti. A questo si aggiungono i tempi di attesa più lunghi ai controlli e le distanze da percorrere dentro terminal enormi, con il rischio di perdere coincidenze. A questo punto sarebbe meglio valutare con attenzione la scelta da fare. La scelta tra aeroporto principale e secondario dipende da diversi fattori: il prezzo del biglietto, i costi per raggiungere lo scalo, l’orario di partenza e la frequenza dei voli. Un esempio concreto: un Roma–Parigi può costare oltre 100 euro se si atterra a Charles de Gaulle, ma meno della metà arrivando a Orly. Attenzione, però: se il volo parte alle 6 del mattino e non ci sono mezzi pubblici per raggiungere l’aeroporto, la corsa in taxi potrebbe far lievitare la spesa.
Ma quali sono gli aeroporti italiani con le tariffe medie più basse sui voli nazionali (biglietto in classe Economy, tasse incluse, senza extra)? Secondo alcuni siti del settore c’è Pescara con circa 31 € a tratta: è lo scalo più economico del 2024. Poi Forlì e Salerno: intorno a 34 €. Perugia, Pisa, Rimini, Alghero, Parma non sono da escludere, con tariffe tra 35 € e 40 €. E infine Bergamo Orio al Serio: poco meno di 45 €, grazie alla forte presenza delle low cost.