
Lo trovi per terra e sei ricco: quest'uomo si è sistemato per tutta la vita - ricominciodailibri.it
La storia dello stivale di Cortez, la pepita d’oro da 12 kg trovata nel deserto di Sonora con un semplice metal detector, oggi valutata oltre un milione di dollari.
Il fascino della caccia all’oro non appartiene solo al passato. Anche in tempi moderni, con strumenti alla portata di tutti, possono emergere storie sorprendenti. Una delle più celebri resta quella del cosiddetto “stivale di Cortez”, una pepita d’oro da 12 chilogrammi scoperta quasi per caso nel 1989 nel deserto di Sonora, in Messico. Il nome deriva dalla sua forma singolare, simile a uno stivale, che ne ha aumentato il valore collezionistico oltre il prezzo dell’oro stesso.
La scoperta casuale nel deserto messicano
Il ritrovamento avvenne grazie a un semplice metal detector, lo stesso che fino a pochi giorni prima aveva permesso al suo proprietario di recuperare soltanto monete e frammenti metallici vicino a casa. Quel giorno, invece, la destinazione era il deserto messicano, un’area già battuta in passato dai cosiddetti gambusinos, i cercatori locali, nella zona conosciuta come “Striscia d’oro di Sonora”.

La pepita, composta per circa l’80% da oro e per il resto da quarzo e argento, fu inizialmente venduta dal fortunato scopritore al suo datore di lavoro per circa 30.000 dollari. Una cifra che, per chi si era avventurato senza troppe pretese, rappresentava comunque un guadagno enorme. Col tempo, però, si è rivelata una valutazione ben lontana dal reale valore del pezzo. Lo “stivale di Cortez” è passato di mano più volte, fino a toccare nel 2008 la cifra record di 1,5 milioni di dollari in un’asta. Dal 2013 si trova negli Stati Uniti, dove viene esposto come un oggetto da collezione unico al mondo.
Altri ritrovamenti fortunati nel mondo
La vicenda messicana non è un episodio isolato. La storia della ricerca dell’oro è costellata di scoperte nate più dal caso che dalla pianificazione. Negli ultimi anni non sono mancati esempi significativi. In Australia, un appassionato ha trovato una pepita dal valore superiore a 150.000 dollari grazie a un metal detector descritto dai media locali come poco più di un giocattolo. Nonostante la scarsa sofisticazione, lo strumento ha compiuto il suo dovere meglio di molti altri macchinari costosi.
Nel Regno Unito, invece, il cercatore Richard Brock è entrato nelle cronache dopo aver scoperto una pepita da quasi 65 grammi nel giro di venti minuti, utilizzando un metal detector addirittura guasto. L’episodio ha ricordato a tutti che la fortuna e l’intuizione contano tanto quanto l’attrezzatura, e che a volte il risultato dipende dal trovarsi nel posto giusto al momento giusto. La lezione che emerge da queste storie è chiara: la ricerca dell’oro resta un’attività in cui il fattore casuale ha un ruolo determinante. Non bastano tecnologia avanzata o strategie sofisticate se non c’è la fortuna di imbattersi in una zona ancora ricca di depositi naturali. Lo “stivale di Cortez” continua a essere l’emblema di questa realtà: un ritrovamento unico, frutto di una combinazione irripetibile di circostanze, che ha segnato per sempre la storia moderna della caccia all’oro.