
Qual è la città più cara d'Italia? - (ricominciodailibri.it)
Secondo il rapporto Istat e Unione Nazionale Consumatori l’inflazione qui pesa più che altrove con rincari record rispetto alle altre città
L’ultimo rapporto Istat sull’inflazione di luglio 2025 conferma Rimini come la città più cara d’Italia, con un incremento del costo della vita che si traduce in una spesa aggiuntiva annua di 771 euro per una famiglia media. L’analisi, elaborata dall’Unione Nazionale Consumatori, prende in considerazione i dati sull’inflazione tendenziale e le variazioni di spesa nelle città italiane, includendo capoluoghi di regione, comuni con più di 150mila abitanti e altri centri significativi.
A luglio 2025 l’inflazione nazionale si mantiene stabile all’1,7%, ma con dinamiche divergenti tra i vari settori. Si evidenzia una marcata flessione dei prezzi degli energetici (-3,4% rispetto a giugno), mentre accelerano i costi nel comparto alimentare (+3,7%). In calo risultano anche i prezzi per abitazioni, acqua, elettricità e combustibili, che passano da un aumento del 2,4% a +0,6%. Analogamente, i servizi di ristorazione e ricettivi rallentano (+2,9%), così come le comunicazioni, che ampliano la loro flessione arrivando a -4,8%.
Al vertice delle città più care: +2,8% di inflazione e 771 euro in più per famiglia
Rimini guida la classifica nazionale con un’inflazione tendenziale del +2,8%, la più alta registrata in Italia nel mese di luglio, che impatta pesantemente sulle tasche delle famiglie. Questo aumento porta a un aggravio medio di 771 euro annui per il bilancio familiare. Dietro Rimini, si posizionano Bolzano e Belluno: Bolzano registra un aumento del +2,2% con una spesa supplementare annua di 730 euro, mentre Belluno, con un’inflazione del +2,6%, si attesta su 678 euro in più per famiglia.

Segue una serie di capoluoghi con incrementi significativi del costo della vita: Pistoia con +2,4% e 649 euro, Padova +2,3% (634 euro), Arezzo +2,3% (622 euro), Trieste +2,1% (590 euro), Verona +2% (551 euro), mentre Lucca e Siena chiudono la top ten con un aumento di 541 euro ciascuna. Curiosamente, Cosenza, pur avendo la seconda maggiore inflazione del Paese (+2,7%), si colloca solo al tredicesimo posto per spesa aggiuntiva con 525 euro.
Classifica spesa aggiuntiva annua per città più cara:
– Rimini: 771 euro
– Bolzano: 730 euro
– Belluno: 678 euro
– Pistoia: 649 euro
– Padova: 634 euro
– Arezzo: 622 euro
– Trieste: 590 euro
– Verona: 551 euro
– Lucca: 541 euro
– Siena: 541 euro
Sul fronte opposto, la città più virtuosa in termini di contenimento dell’inflazione è Pisa, che registra un aumento contenuto allo 0,6%, traducendosi in un incremento annuo di soli 162 euro per una famiglia tipo. Seguono Campobasso (+0,7%, +165 euro) e Benevento (+0,8%, +177 euro). Altre città con un’inflazione relativamente bassa e spesa aggiuntiva contenuta includono Sassari, Aosta, Brindisi, Trapani, Reggio Emilia, Caserta e Catanzaro.
Per quanto riguarda le regioni più costose, la leadership spetta al Trentino-Alto Adige, con un’inflazione annua del +1,9% e un aggravio medio per famiglia di 587 euro. Subito dietro si collocano il Veneto (+2%, 537 euro) e il Friuli-Venezia Giulia (+1,8%, 493 euro). Sebbene la Puglia detenga la maggiore inflazione regionale (+2,2%), l’impatto in termini di spesa aggiuntiva si attesta a 419 euro, seguita dalla Calabria con +2,1% e 393 euro.
Le regioni più economiche risultano essere il Molise con un aumento annuo di soli 189 euro (+0,8%), la Valle d’Aosta (+0,7%, 194 euro) e la Sardegna (+1,4%, 269 euro).
Classifica regioni per maggior aggravio medio annuo:
– Trentino-Alto Adige: 587 euro
– Veneto: 537 euro
– Friuli-Venezia Giulia: 493 euro
– Lazio: 456 euro
– Liguria: 432 euro
– Toscana: 421 euro
– Puglia: 419 euro
– Emilia-Romagna: 402 euro
– Umbria: 395 euro
– Calabria: 393 euro