
Nuovo corpo celeste Ammonite sfida la teoria sull’esistenza del Pianeta Nove
Una scoperta recente effettuata da un team di astronomi giapponesi ha portato all’identificazione di un nuovo corpo celeste ai confini del Sistema solare, una scoperta che potrebbe rivoluzionare le attuali teorie sull’esistenza del misterioso Pianeta Nove. Battezzato Ammonite (designazione formale 2023 KQ14), questo oggetto presenta un’orbita molto allungata e si trova a una distanza dal Sole che supera di oltre 250 volte quella della Terra.
Ammonite: un “fossile” cosmico ai margini del Sistema solare
Il corpo celeste è stato individuato utilizzando il potente telescopio Subaru dell’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone, situato sulla cima del Mauna Kea alle Hawaii, nell’ambito del programma osservativo Fossil (Formation of the Outer Solar System: An Icy Legacy). Le osservazioni iniziarono nel 2023 e sono state integrate da successive misurazioni effettuate con il Canada-France-Hawaii Telescope e altri osservatori internazionali, permettendo di tracciare con precisione l’orbita di Ammonite su un arco temporale di 19 anni.
Il nome “Ammonite” deriva dal gruppo dei cefalopodi estinti chiamati ammoniti, riconosciuti come fossili guida per la paleontologia, proprio perché rappresenta un vero e proprio “fossile astronomico” risalente ai primordi della formazione del Sistema solare, circa 4,5 miliardi di anni fa. Questo rende Ammonite uno degli oggetti più antichi e meglio conservati del nostro sistema planetario.
Caratteristiche orbitali e classificazione: il quarto sednoide
Ammonite appartiene a una rara categoria di corpi celesti definiti sednoidi, che orbitano ben oltre l’influenza gravitazionale di Nettuno, oltre la Fascia di Kuiper, una regione popolata da corpi ghiacciati come comete e asteroidi. Prima di Ammonite, erano noti solo tre sednoidi: Sedna, scoperta nel 2003, 2012 VP113 e Leleākūhonua.
Le sue dimensioni sono stimate tra i 220 e i 380 chilometri, insufficienti per assumere una forma sferica tipica dei pianeti, per cui viene classificato come pianeta nano. La sua orbita è altamente eccentrica, con un perielio (punto di massimo avvicinamento al Sole) a circa 66 unità astronomiche (Ua) e un afelio (punto di massima distanza) oltre le 250 Ua, ovvero circa 37,7 miliardi di chilometri dal Sole.
Orbita peculiare e implicazioni per il Pianeta Nove
Ciò che rende Ammonite particolarmente interessante è la sua orbita anomala, che si discosta nettamente da quella degli altri sednoidi noti. A differenza di Sedna e degli altri tre, l’orbita di Ammonite non è allineata con quelle degli altri oggetti trans-nettuniani, un dato che mette in discussione l’attuale modello che ipotizza un grande pianeta invisibile, il cosiddetto Pianeta Nove, la cui influenza gravitazionale avrebbe modellato le traiettorie di questi corpi lontani.
«Il fatto che l’orbita di Ammonite non sia coerente con quelle degli altri sednoidi riduce significativamente la probabilità dell’esistenza del Pianeta Nove», spiega Yukun Huang, ricercatore dell’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone e coautore dello studio pubblicato su Nature Astronomy. Le simulazioni numeriche condotte dal team mostrano che Ammonite ha mantenuto un’orbita stabile per miliardi di anni, senza subire perturbazioni gravitazionali significative.
Un’ipotesi suggestiva avanzata dagli astronomi è che un tempo un pianeta massiccio, simile al Pianeta Nove, possa davvero essere esistito, ma che sia stato espulso dal Sistema solare in un antico evento definito come “sfratto cosmico”. Questo evento avrebbe modificato le orbite degli altri sednoidi, mentre Ammonite sarebbe rimasto sostanzialmente intatto nella sua traiettoria originale.
Nuove prospettive per la formazione del Sistema solare esterno
La scoperta di Ammonite rappresenta un tassello fondamentale per comprendere la complessità e la diversità delle orbite degli oggetti più remoti del Sistema solare. La sua orbita opposta rispetto agli altri sednoidi suggerisce che la regione esterna del Sistema solare sia molto più variegata e dinamicamente complessa di quanto ipotizzato fino ad oggi.
Inoltre, la presenza di Ammonite con un perielio così distante pone ulteriori vincoli sull’orbita e la posizione del Pianeta Nove, qualora esista ancora. I modelli attuali devono essere rivisti per includere la possibilità che, se il Pianeta Nove esiste, la sua orbita debba trovarsi ancora più lontano e in posizione tale da non influenzare Ammonite.
Questa scoperta, frutto di un’intensa collaborazione scientifica internazionale e supportata da sofisticate simulazioni al computer, apre nuove strade per future indagini e rilevamenti. Le prossime grandi indagini astronomiche saranno cruciali per aumentare il numero di oggetti scoperti in questa fascia remota e per affinare la nostra comprensione dei processi che hanno modellato la struttura e l’evoluzione del Sistema solare esterno.