
Pensione anticipata, chi avrà 62 anni avrà tante opzioni il prossimo anno- ricominciodailibri.it
Pensione anticipata, ecco cosa cambierà per chi ha 62 anni: tutte le novità e i dettagli che fanno la differenza
Nel panorama delle pensioni anticipate, il 2026 si preannuncia come un anno ricco di opportunità per chi raggiungerà i 62 anni di età. Diverse opzioni previdenziali saranno infatti disponibili, offrendo a una nuova platea di lavoratori la possibilità di scegliere il percorso pensionistico più adatto alle proprie esigenze.
A partire dal prossimo anno, chi compirà 62 anni potrà accedere a tre diverse modalità di pensionamento anticipato, tutte caratterizzate da specifiche condizioni contributive e requisiti anagrafici. Queste alternative sono state pensate per garantire flessibilità e sostenibilità al sistema previdenziale, offrendo soluzioni calibrate sulle diverse situazioni lavorative.
La prima opzione riguarda la “Pensione anticipata contributiva”, riservata ai lavoratori con almeno 35 anni di contributi effettivi. Questa modalità permette di andare in pensione a 62 anni senza penalizzazioni significative, a patto che l’assegno pensionistico sia calcolato interamente con il metodo contributivo, basato sui contributi versati.
La seconda possibilità è legata alla “Quota 103”, un meccanismo che prevede la somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi versati. Per accedere a questa forma di pensionamento, il totale deve raggiungere almeno 103 punti, con un minimo di 38 anni di contributi. Questa misura, che ha avuto successo negli anni precedenti, continua a rappresentare una soluzione vantaggiosa per numerosi lavoratori.
Infine, c’è la “Opzione donna” rinnovata, rivolta specificamente alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 62 anni di età. Questa misura consente alle donne di anticipare il pensionamento rispetto ai requisiti ordinari, con un calcolo contributivo che però comporta una riduzione dell’assegno.
Qual è la scelta più vantaggiosa?
La decisione su quale percorso scegliere dipende da diversi fattori, tra cui la durata della carriera contributiva, il tipo di calcolo pensionistico applicato e le esigenze personali e finanziarie del lavoratore. Gli esperti consigliano di valutare con attenzione l’opzione che consenta di massimizzare l’importo pensionistico senza sacrificare troppo la flessibilità temporale.

Chi ha una carriera lunga con contributi versati in modo continuativo potrebbe preferire la pensione anticipata contributiva, mentre chi ha accumulato contributi più elevati e ha un’età che sommata ai contributi raggiunge la quota 103 potrebbe trarre vantaggio da questa misura. Per le donne, la rinnovata opzione donna rappresenta una concreta opportunità per uscire prima dal lavoro, anche se con un assegno leggermente ridotto.
Con l’avvicinarsi del 2026, è dunque fondamentale che i lavoratori prossimi alla pensione si informino tempestivamente sulle modalità e i requisiti aggiornati, magari avvalendosi del supporto di consulenti previdenziali, per effettuare una scelta consapevole e personalizzata.