Töitschu, il dialetto italiano quasi estinto parlato da meno di cento persone in Italia

L’Italia si conferma custode di un patrimonio linguistico eccezionale, con una ricchezza di dialetti che raccontano storie e culture millenarie. Tra queste varietà linguistiche, spicca un caso di unicità e fragilità: il dialetto più raro al mondo è italiano ed è rappresentato dal töitschu, parlato da meno di cento persone nel piccolo comune di Issime, cuore della Valle del Lys.

Issime e il töitschu: un’isola linguistica tra le Alpi

Situato a 953 metri di altitudine, Issime conta oggi circa 374 abitanti. Qui si parla l’Éischemtöitschu, una variante del tedesco walser, che si è conservata nel corso dei secoli grazie all’isolamento geografico e alla tenace volontà della comunità locale di preservare le proprie radici. Questo dialetto non è un semplice idioma regionale, ma una forma linguistica di matrice germanica portata in Valle d’Aosta nel Medioevo da popolazioni walser provenienti dal Vallese svizzero.

Il töitschu si distingue per la sua fonologia arcaica e un lessico che conserva suoni e vocaboli ormai scomparsi anche nelle altre varianti walser. Nel tempo ha assorbito influenze dal francese, dall’italiano e dal piemontese, creando un mosaico linguistico unico. È strettamente legato a tradizioni popolari, racconti orali, canti e riti antichi che costituiscono il tessuto culturale di Issime.

Patrimonio culturale a rischio: la sfida della conservazione

Nonostante la sua ricchezza, il töitschu è oggi seriamente a rischio d’estinzione. I parlanti madrelingua sono meno di 100, perlopiù anziani, mentre coloro che lo comprendono o lo usano saltuariamente non superano le 200 persone. La trasmissione del dialetto alle nuove generazioni è quasi assente, un problema che mette in pericolo la sopravvivenza stessa della lingua.

Per contrastare questo declino, diverse associazioni culturali locali, come l’Associazione Augusta nata nel 1967, insieme a studiosi e linguisti, si impegnano nella documentazione, nella promozione e nella didattica del töitschu. Attraverso registrazioni audio, pubblicazioni e corsi di lingua, cercano di mantenere viva questa eredità, preziosa non solo per la comunità valdostana ma per l’intero patrimonio linguistico europeo.

La lingua walser: un quadro più ampio

Il töitschu è una delle varianti della lingua walser, un insieme di dialetti di origine alemanna diffusi in alcune valli alpine di Italia, Svizzera, Liechtenstein e Austria. In Italia, oltre a Issime, si parlano varianti walser a Gressoney-La-Trinité, Gressoney-Saint-Jean, Alagna Valsesia, Rimella, Formazza e Macugnaga. Nel complesso, la comunità dei parlanti walser supera le 22.000 persone, ma ogni dialetto ha caratteristiche proprie e spesso non è comprensibile tra loro.

Il walser si caratterizza per una grammatica complessa, con tre generi (maschile, femminile e neutro) e quattro casi grammaticali, simile al tedesco standard ma con tratti peculiari. L’influenza delle lingue circostanti ha arricchito il vocabolario, come nel caso del töitschu che ha integrato parole francesi e italiane, rendendolo un idioma di grande interesse per la linguistica comparata.

Issime: tra storia, natura e tradizioni

Il comune di Issime rappresenta un vero e proprio scrigno di cultura walser. Nel centro abitato, chiamato Duarf, si trovano monumenti storici come la chiesa parrocchiale di San Giacomo, celebre per gli affreschi del Giudizio Universale e per l’altare barocco con 182 statue. La presenza di case tipiche walser, gli “Stadel”, sparse nel vallone di San Grato e di Bourines, testimonia l’architettura rurale e l’identità culturale della comunità.

La storia di Issime è segnata dall’insediamento walser nel XIII secolo, che si fuse con la popolazione francoprovenzale locale, dando vita a un contesto multilinguistico e multiculturale. Oggi gli abitanti parlano non solo il töitschu, ma anche italiano, francese, piemontese e patois valdostano. Questo plurilinguismo è una peculiarità che rende Issime un caso unico nell’arco alpino.

Oltre al valore culturale, Issime è anche meta per escursionisti e amanti della natura. Il territorio offre percorsi suggestivi come quelli nel vallone di San Grato verso il Colle Dondeuil, con paesaggi alpini incontaminati e testimonianze di antiche tradizioni pastorali.

La tutela delle lingue minoritarie in Italia

Il caso del töitschu è emblematico anche in un contesto più ampio di salvaguardia delle lingue minoritarie italiane. Oltre a questo dialetto, sono a rischio altre lingue come il croato molisano e il greco-italiota della Calabria e della Puglia, anch’esse parlate da poche centinaia di persone. La Legge costituzionale n. 2 del 1993 riconosce la tutela delle lingue storiche minoritarie, ma la sfida principale resta la trasmissione intergenerazionale e la valorizzazione culturale.

In Valle d’Aosta, il töitschu è riconosciuto come lingua minoritaria e gode di alcune forme di tutela, ma la sua sopravvivenza dipende dall’impegno delle comunità locali e delle istituzioni. L’attenzione crescente da parte di linguisti e associazioni culturali rappresenta un segnale positivo per la conservazione di questo patrimonio straordinario.

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Redazione